giovedì 9 settembre 2010

Compagno di classe

Compagno abbiamo fin qui solo cazzeggiato credo che tu non mi abbia
mai detto se ti piacciono i racconti e le poesie in genere

Cosa hai fatto di bello oggi sei stato sulla terra ferma o hai divagato
in quel mare azzurro dei miei ricordi

Io ti ho detto che il mio ricordo di te è quello di un “ musetto” di bambino
troppo “ furbino” anche se a quel tempo per noi alti i ” Tappi” come te ci
giravano un po’ alla larga, anche se a legarci era la consapevolezza che
stavamo diventando “ometti” e ciò sarebbe stata la prima e l’ultima
volta col grembiulino tutti insieme

Quell’odore di banco ricavato chissà da quale e incolpevole alberello
ha
riempito il mio respirare di quei tempi e con molta discrezione si è
creato un angolino nel cassetto della mia memoria e li è rimasto
sempre pronto a mettersi a disposizione alla prima occasione

Quel sole che non ci lasciava mai senza i suoi raggi migliori
sempre quelli più carezzevoli e caldi

Nelle giornate dove il sole nulla poteva e c’era magari anche la pioggia
l’ardere profumato di legna secca ci riscaldava e ci faceva sognare
alcuni avvolte col capo chino su quel provvidenziale “scanno”
non solo a fare a occhi aperti castelli in aria ma sovente
chiusi in un placido dormire

La ricreazione era il momento del putiferio generale in cui
tutto era concesso solo a discrezione del nostro caro
e mai scordato Maestro

Il suono della campanella mai fastidioso e molto atteso
ci rimandava tutti a casa

Quando non ha suonato più ci ha mandati tutti in un
altro tempo ma quella è tutta un’ altra storia e noi
non eravamo più compagni di classe

Caro compagno di quel Tempo sappi che ti ricordo
con immutato affetto a presto

Carlo Sani

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