Ci sono storie
comuni
Vissute
con un’intensità
Tale da risultare
assolutamente
invidiabili
Ne conosco
qualcuna
Storie
come tante
portate
Avanti da personaggi
talmente veri
Dell’essenzialità
ne hanno fatto
Una prerogativa
di esclusiva
qualità
Rendendo
quelle storie
Nella
loro semplicità
Inarrivabili
e irripetibili
Meglio questo
tipo di storie
Piuttosto
quelle
eclatanti
Che però ne sfugge
il preambolo
E a volte anche
il contorno
Da cui hanno
preso spunto
Carlo
Sani
Appoggiato
al davanzale
La luna interrogava
i miei occhi
Curiosa sembrava
addirittura
avesse
Accorciato
la distanza
La stavo guardare
autorevole
Nella sua pienezza
Eppure
quella sera
Insistendo
a fissarmi
Tremula
nella sua
emozione
Ne avvertivo
la solitudine
Mai visto la luna
in uno stato
Di tanta assoluta
raffinatezza
Siamo stati
a guardarci
Con la totale
compiacenza
Del cielo quasi
ne fossimo
i padroni
Carlo Sani
Mi sono messo
in tasca tante
storie
Il tempo
che mi serviva
Il dispiacere
più complicato
L’illusione
più affidabile
Il risentimento
più rancoroso
La speranza
con più aspettative
La stanchezza
più estenuante
Ho messo
in tasca
L’orgoglio senza
vergogna
Terrò però
in
tasca
Solo
Il calore
di quella
Stretta
di mano
Stringeva
Le lacrime della
tua commozione
Carlo Sani
Gran bella giornata
Lucente come
fosse primavera
inoltrata
Mentre siamo
solo a febbraio
La temperatura
rigida è mitigata
Da un sole
sufficientemente
caldo
Del tutto inusuale
per questo periodo
dell’anno
Ho colto al volo
l’opportunità
Di un’invitante
passeggiata
nel parco
Smagliante
nei suoi colori
E carico del suo
profumo migliore
Molto gradevole
da respirare
Ho preso
quel vialetto
A perdi vista
Mi ha indotto
a non voltarmi
E
continuare
quella camminata
Avendo una serie
di pensieri
Cui dedicare
una pacata
riflessione
Carlo Sani
Nelle strade
tante realtà
Molte
storie
Il chiarore
del giorno
Sempre
quello
Il chiaroscuro
di tardi pomeriggi
Simile agli
altri
Molte le ombre
tutte anonime
La vita che scorre
per strada
Non ha sapore
il colore
Quello
della casualità
Strade
per ognuno
Con le tinte
del proprio
vissuto
Carlo Sani
Io si
Quante cose ti avrei
fatto conoscere
Mi dicevo ogni volta
non ti facevi sentire
Chissà con chi
eri a fare cosa
Era l’altro pensiero
assillava la mia mente
Tanto da non pensare
ad altro
Forse preferivi
quel tipo
Di conoscenza
e non stare
sentire me
Erano tante
le cose
Avrei cercato
farti apprezzare
Il piacere
di conversare
amabilmente
Era senz’altro
la prima cosa
Amo da sempre
comunicare
Che ritengo
essenziale
Per capire
se c’è sintonia
Per poi sistemarmi
sulla stessa frequenza
Carlo Sani
Vorrei vivere
il mondo
Che ti ho creato
così diverso
Da
quello che
conosco
Un mondo
che ha tutto
Il meglio io abbia
potuto immaginare
Una dimensione
senza costrizioni
di sorta
Tutto
è più naturale
Non c’è invidia
rancore ripicca
Il tempo non conosce
tramonti né albe
E’ sempre
giorno
Non c’è un sole
ne illumini
Le sue
ore
Ma una tenue
costante tonalità
Di colore
di lieve
vivacità
Che
dà un senso
Di assoluta
godibile
quiete
Dove
si vive
Nella assoluta
reciproca fedeltà
Carlo Sani
Penso alla lettera
che mai scrissi
Da quella
data
In cui stavo
per farlo
Ne è passato
di tempo
Sono trascorsi
anni molto
pieni
Mi hanno fatto
passare il tempo
Senza riuscire
mai ad iniziarla
Le cui parole
però
Mi sono rimaste
bene
Impresse
nella memoria
Avrebbe dovuto
iniziare in questo
modo
Vorrei riuscire
a impreziosire
questo foglio
Evitando
il ripetermi
Di essere
scontato
Ora ci provo
Tant’è l’ombra
della mia mano
Comincia
a scorrere
su di esso
Così
l’ho immaginata
anche se il bianco
Di quel pezzo
di carta
è rimasto
Tale e quale
Finito
Chissà in quale
cassetto
Carlo Sani
In un giorno
Privo del suo
tempo
Perché me ne sono
sono impadronito
E’ stato davvero
molto bello
Essere
riuscito
a portare
via
Al tempo
parte
di
sé
Mi ha fatto
sentire
Come fossi
sopra le nuvole
Ancora
più
su
Senza timori
di sorta
Senza affanni
nessuna premura
Il tempo
piacevolmente
non
era
Più completamente
padrone del mio
Carlo Sani