Mi fa male il pensiero
che angoscia la mente
Occhi sbigottiti che vedono immagini
leggono notizie di ossessiva
inaudita ferocia
Eventi cosi crudi duri nella loro
spietatezza che l’orrore più
infame prende il posto
della pietà
Dolore che soffoca
il cuore brucia
lo stomaco
Raccapriccio che esaurisce
fa male fino alle ossa
Nefandezza inaudita
che impallidisce
la misericordia
Condanna biasimo di un genere
umano bestiale nel suo aspetto
più barbaro
Carlo Sani
domenica 27 febbraio 2011
sabato 26 febbraio 2011
Castelli in aria
Non sempre si può avere quello che
a occhi aperti si è immaginato di
prendere
Desideri sogni fortemente
agognati accarezzati
Pensieri ricchi di fantasiose
opportunità
Occhi pieni d’innocente speranza
spalancati su una realtà per
troppi insopportabile
Com'è possibile che lo stesso
“augurarsi” rimanga una brama
irrealizzabile
Quanti bimbetti dall’aspetto
non uguale l’espressione
smorzata in una smorfia
di sconfortante
privazione
Ragazzini figli di questa
umanità tutti a camminare
su questa terra
Sogni desideri di giovinetti
con uguale battito medesimo
scorrere nelle vene
Troppi i "castelli in aria"
di fanciulli con accorate
lacrime di desolante
"lusinga"
Carlo Sani
a occhi aperti si è immaginato di
prendere
Desideri sogni fortemente
agognati accarezzati
Pensieri ricchi di fantasiose
opportunità
Occhi pieni d’innocente speranza
spalancati su una realtà per
troppi insopportabile
Com'è possibile che lo stesso
“augurarsi” rimanga una brama
irrealizzabile
Quanti bimbetti dall’aspetto
non uguale l’espressione
smorzata in una smorfia
di sconfortante
privazione
Ragazzini figli di questa
umanità tutti a camminare
su questa terra
Sogni desideri di giovinetti
con uguale battito medesimo
scorrere nelle vene
Troppi i "castelli in aria"
di fanciulli con accorate
lacrime di desolante
"lusinga"
Carlo Sani
venerdì 25 febbraio 2011
Pensieri in musica
Scrivere parole ondeggianti,fluttuanti
di riga in riga riempiendo pagine
di pensieri “canterini”
E’ il mio sentire stravagante
quando ascolto la musica
Non potrei scrivere pensieri che
non siano pervasi dal "fremito"
che mi da la musica
Avvolte l’assillo finalmente
persuaso fugge
Le note che accompagnano il mio
scrivere fissano i pensieri
nella mia mente
Il rovello se pur intriso d’inquieto
presupporre trova la “fioritura”
al suono dell’accordo più
amabile
Straordinaria soddisfazione
comporre in musica
Carlo sani
di riga in riga riempiendo pagine
di pensieri “canterini”
E’ il mio sentire stravagante
quando ascolto la musica
Non potrei scrivere pensieri che
non siano pervasi dal "fremito"
che mi da la musica
Avvolte l’assillo finalmente
persuaso fugge
Le note che accompagnano il mio
scrivere fissano i pensieri
nella mia mente
Il rovello se pur intriso d’inquieto
presupporre trova la “fioritura”
al suono dell’accordo più
amabile
Straordinaria soddisfazione
comporre in musica
Carlo sani
mercoledì 23 febbraio 2011
Buio
Si viene alla luce al buio di
occhi dall’oscuro sguardo
Buio nel silenzio di pallidi
giorni di notti tacite
Buio nell’anima mesta
Tenebrosi dormienti destini
vissuti in penombra
Nei giorni di inestricabile
buio ascolto parlare
La voce la “fiamma” del
pensiero che è la luce
della vita
Vorrei morire pronunciando l’ultima
parola per dare “chiarore” alla
mia fine
Carlo Sani
occhi dall’oscuro sguardo
Buio nel silenzio di pallidi
giorni di notti tacite
Buio nell’anima mesta
Tenebrosi dormienti destini
vissuti in penombra
Nei giorni di inestricabile
buio ascolto parlare
La voce la “fiamma” del
pensiero che è la luce
della vita
Vorrei morire pronunciando l’ultima
parola per dare “chiarore” alla
mia fine
Carlo Sani
lunedì 21 febbraio 2011
Goccia
Mistero bagnato dalle
sorgenti sconosciute
Goccia che ti sciogli
in una carezza
Piccola goccia sul terreno
arso sfuggi alla polvere
Fragile goccia dai vigore riempiendo
d'acqua i mari che solcano tutti
gli oceani
Goccia sottile dal lindo aspetto che
dai colore e consistenza alle nuvole
dell’aria del creato tutto
Goccia che "affatichi" rugose fronti
Gocce che riempiono le lacrime
dei pianti di gioia e di grandi
sofferenze
Spessa la goccia dall’intenso
colore rosso che da la vita
Come il primo "verso" di un'esistenza
sono le gocce del pianto tribolato
del neonato
Carlo Sani
sorgenti sconosciute
Goccia che ti sciogli
in una carezza
Piccola goccia sul terreno
arso sfuggi alla polvere
Fragile goccia dai vigore riempiendo
d'acqua i mari che solcano tutti
gli oceani
Goccia sottile dal lindo aspetto che
dai colore e consistenza alle nuvole
dell’aria del creato tutto
Goccia che "affatichi" rugose fronti
Gocce che riempiono le lacrime
dei pianti di gioia e di grandi
sofferenze
Spessa la goccia dall’intenso
colore rosso che da la vita
Come il primo "verso" di un'esistenza
sono le gocce del pianto tribolato
del neonato
Carlo Sani
venerdì 18 febbraio 2011
Colori, aria di mare
Chissà perché i colori che si vedono
al mare paiono più nitidi e fulgidi
Invogliano abbagliando lo sguardo
La brezza alleggerisce la pesantezza
togliendo la fatica di camminare
sudando
L’aria più “respirabile”
colma i polmoni di
buon respiro
Carlo Sani
al mare paiono più nitidi e fulgidi
Invogliano abbagliando lo sguardo
La brezza alleggerisce la pesantezza
togliendo la fatica di camminare
sudando
L’aria più “respirabile”
colma i polmoni di
buon respiro
Carlo Sani
Cristo Santo
Troppe le cose che ho
cercato di non vedere
Che ho tralasciato di donare
quantunque avrei potuto
offrire
L'amore che è stato
un bene solo per
pochi
Ho provato dentro di me un grande imbarazzo una
forte amarezza che nemmeno il rincrescimento
più profondo ha mai avuto la forza
di placare
O mio Signore assistimi ad aprire
il mio cuore a sgombrare la mente
Cristo Santo sostienimi ad allargare le mie
braccia voglio stringere amare il mondo
intero
Carlo Sani
cercato di non vedere
Che ho tralasciato di donare
quantunque avrei potuto
offrire
L'amore che è stato
un bene solo per
pochi
Ho provato dentro di me un grande imbarazzo una
forte amarezza che nemmeno il rincrescimento
più profondo ha mai avuto la forza
di placare
O mio Signore assistimi ad aprire
il mio cuore a sgombrare la mente
Cristo Santo sostienimi ad allargare le mie
braccia voglio stringere amare il mondo
intero
Carlo Sani
mercoledì 16 febbraio 2011
Autunno
Oggi qui da me è autunno
bagnato piove da ieri
sera
Gocce spesse che ” lavano" la terra
dissetano le falde "smaniose" d’acqua
Sconfortante “autunno” col suo
costante repentino mutare del
tempo
Come il mio umore con tutto questo
”scrosciare”
si è stancato di stare con la fronte
sul vetro di una finestra chiusa
aspettando il mutare del
tempo
Che l’ultima goccia di pioggia
s’illumini di sole
Carlo Sani
bagnato piove da ieri
sera
Gocce spesse che ” lavano" la terra
dissetano le falde "smaniose" d’acqua
Sconfortante “autunno” col suo
costante repentino mutare del
tempo
Come il mio umore con tutto questo
”scrosciare”
si è stancato di stare con la fronte
sul vetro di una finestra chiusa
aspettando il mutare del
tempo
Che l’ultima goccia di pioggia
s’illumini di sole
Carlo Sani
sabato 12 febbraio 2011
il Creato
Mi ricordo alcuni anni addietro
di avere visto con mio grande
godimento il “delimitarsi”
del
mondo di quei memorabili giorni
Ero in vacanza nelle nostre ineguagliabili
sontuose dolomiti non ha importanza
la località
Come sempre un incontaminato ridente
luogo d’incantata entusiasmante bellezza
Ero con l’unico vero grande amore della
mia vita “Fiore” così la chiamavo
Sono stati ripensandoci dopo molti anni
giorni veramente felici io Lei il nostro
amato cagnolino il quale anche se mio
aveva scelto e deciso di dedicarsi
a Lei con tutto il suo smisurato
fedele amore
La seggiovia ci aveva portato dopo un non breve
“equilibrismo” di traliccio in traliccio in un
rifugio dove l’aria gelida congelava il naso
le orecchie in segno di “benvenuto”
Inutile dire che il “sito” senza esagerare
nel palesarsi era incantevole
E’ da lì che ho iniziato quel tragitto che passo
dopo passo percorrendo quel ridottissimo sentiero
mi avrebbe portato a incontrare la fine del mio
“immaginifico” di quei giorni montanari
Ho visto così dopo un lungo camminare
tra erba, cespugli, l’ombra sfumata
di una “sgargiante” boscaglia ciò
che mai mi sarei aspettato
Ancora pochi passi e la selva bruna mi sporgeva
sull’orlo del precipizio senza fine che abbia
mai presupposto di “ prevedere”
Non ne ero impaurito provavo una grande
sensazione di leggerezza di libertà
tanta voglia di “spiccare il volo”
Mi sentivo protetto dalla “madre terra” a cui
davo le spalle e continuava a tenermi in piedi
Davanti a me il vuoto più
"colmo"che abbia mai visto
Tante le cime dei massicci meno alti a fare
capolino il battere d’ali dei rapaci più
audaci a spingersi in alto tra le nubi
che parevano accarezzarmi le mani
Ero un tutt’uno con quell’immagine
di indimenticata naturale poesia
nel suo manifesto migliore
“il creato”
Carlo Sani
di avere visto con mio grande
godimento il “delimitarsi”
del
mondo di quei memorabili giorni
Ero in vacanza nelle nostre ineguagliabili
sontuose dolomiti non ha importanza
la località
Come sempre un incontaminato ridente
luogo d’incantata entusiasmante bellezza
Ero con l’unico vero grande amore della
mia vita “Fiore” così la chiamavo
Sono stati ripensandoci dopo molti anni
giorni veramente felici io Lei il nostro
amato cagnolino il quale anche se mio
aveva scelto e deciso di dedicarsi
a Lei con tutto il suo smisurato
fedele amore
La seggiovia ci aveva portato dopo un non breve
“equilibrismo” di traliccio in traliccio in un
rifugio dove l’aria gelida congelava il naso
le orecchie in segno di “benvenuto”
Inutile dire che il “sito” senza esagerare
nel palesarsi era incantevole
E’ da lì che ho iniziato quel tragitto che passo
dopo passo percorrendo quel ridottissimo sentiero
mi avrebbe portato a incontrare la fine del mio
“immaginifico” di quei giorni montanari
Ho visto così dopo un lungo camminare
tra erba, cespugli, l’ombra sfumata
di una “sgargiante” boscaglia ciò
che mai mi sarei aspettato
Ancora pochi passi e la selva bruna mi sporgeva
sull’orlo del precipizio senza fine che abbia
mai presupposto di “ prevedere”
Non ne ero impaurito provavo una grande
sensazione di leggerezza di libertà
tanta voglia di “spiccare il volo”
Mi sentivo protetto dalla “madre terra” a cui
davo le spalle e continuava a tenermi in piedi
Davanti a me il vuoto più
"colmo"che abbia mai visto
Tante le cime dei massicci meno alti a fare
capolino il battere d’ali dei rapaci più
audaci a spingersi in alto tra le nubi
che parevano accarezzarmi le mani
Ero un tutt’uno con quell’immagine
di indimenticata naturale poesia
nel suo manifesto migliore
“il creato”
Carlo Sani
martedì 8 febbraio 2011
Foto d’epoca
Com'è sfocato più chiaro della cenere
il grigio che tenuamente tinge le foto
storiche
Il nero il grigio il sole formano in bella
evidenza quei chiaroscuro tipico di
quelle foto con qualche secolo di
storia
Anche il mare pare avere le stesse tonalità della
terra ferma creando una magica dimensione
d'univoca sembianza
La terra non sembra in queste foto avere alcun
confine il mare si confonde con il colore del
sotto costa
E’ una magica atmosfera di esistenza serena
di tranquilla vita quotidiana di gente di mare
Hanno molti di loro l’espressione rasserenante
di chi lascia scorrere la mente i pensieri in
altro “perscrutare” pur affaccendati chi nel
fare una cosa chi in un’altro lavoro
Di grande effetto la luminosità che “improntano”
la memoria di queste immagini di epoche passate
Carlo sani
il grigio che tenuamente tinge le foto
storiche
Il nero il grigio il sole formano in bella
evidenza quei chiaroscuro tipico di
quelle foto con qualche secolo di
storia
Anche il mare pare avere le stesse tonalità della
terra ferma creando una magica dimensione
d'univoca sembianza
La terra non sembra in queste foto avere alcun
confine il mare si confonde con il colore del
sotto costa
E’ una magica atmosfera di esistenza serena
di tranquilla vita quotidiana di gente di mare
Hanno molti di loro l’espressione rasserenante
di chi lascia scorrere la mente i pensieri in
altro “perscrutare” pur affaccendati chi nel
fare una cosa chi in un’altro lavoro
Di grande effetto la luminosità che “improntano”
la memoria di queste immagini di epoche passate
Carlo sani
lunedì 7 febbraio 2011
L’ultimo giaciglio
Una spianata di morbida erba
Le prime viole con le margherite di campo
sbocciano qua e là trapuntando di primavera
quel piccolo lembo erboso
Tutt’attorno i cespugli s’intrecciano tra
gli arbusti più intricati e impraticabili
Grossi alberi adombrano le “lamelle”
tese dei rami di quelli più piccoli
Il sole alto sovrasta con tutto il suo calore
il terreno fino al limitare della macchia
Macchia cupa e tetra dove solo qualche raggio
dal bagliore più lucente rischiara un intenso
sottobosco
Tutto è pronto schiene pervase da un inarrestabile
tremore di disperazione sono quelle di disperati
in attesa di esecuzione
Il nemico col dito sul grilletto
pronto a dare la morte
Solo un cenno per porre fine
a quelle povere vite
Adesso che è tutto finito giacciono distesi
quei corpi straziati dalle pallottole mortali
Mentre tutt’intorno la natura nel suo gioioso
manifestarsi mestamente ne è testimone
l’erba di quel soffice manto l’ultimo
giaciglio
Carlo Sani
Le prime viole con le margherite di campo
sbocciano qua e là trapuntando di primavera
quel piccolo lembo erboso
Tutt’attorno i cespugli s’intrecciano tra
gli arbusti più intricati e impraticabili
Grossi alberi adombrano le “lamelle”
tese dei rami di quelli più piccoli
Il sole alto sovrasta con tutto il suo calore
il terreno fino al limitare della macchia
Macchia cupa e tetra dove solo qualche raggio
dal bagliore più lucente rischiara un intenso
sottobosco
Tutto è pronto schiene pervase da un inarrestabile
tremore di disperazione sono quelle di disperati
in attesa di esecuzione
Il nemico col dito sul grilletto
pronto a dare la morte
Solo un cenno per porre fine
a quelle povere vite
Adesso che è tutto finito giacciono distesi
quei corpi straziati dalle pallottole mortali
Mentre tutt’intorno la natura nel suo gioioso
manifestarsi mestamente ne è testimone
l’erba di quel soffice manto l’ultimo
giaciglio
Carlo Sani
martedì 1 febbraio 2011
Immagino
Lingue straniere di mondi sconosciuti in luoghi
lontani così "immagino" quando il mio pensare
travalica i confini e si fa straniero
Il cielo di questo “palcoscenico” fantasioso
il più delle volte mi soffoca non ha quella
distanza a respiro pieno a tutto “spazio”
che mi permette "d'immaginare"
un mondo “nuovo oltre le nuvole”
Il sole continuando in questo mio irreale viaggio
con la fantasia non è armonioso nella sua palla
incandescente è sempre troppo grande
e minacciosamente infuocato
La luna mi rapisce in un piacevole sognare più bella
intensa di quella smagrita nel suo vegliare da sempre
il mio sonno
Rischiara le mie notti in un soffice bagliore d’incanto
per andare a sua volta a dormire in un intenso profondo
infinito blu
Le acque dei mari fiumi laghi in questa mia improbabile
visione non hanno l’innocenza la purezza quella trasparenza
che invoglia a lasciarsi bagnare in appaganti benefiche
nuotate
Le montagne assai più massicce rocce macigni dalle sporgenze
aguzze a strapiombo nei dirupi più impervi e scoscesi
Catene montuose nel mio immaginario vedere senza
quello splendido fulgido panorama incantato
estasi per ammirati occhi
Il verde nella sua immensa e intensa diversità nel suo mutare sfumature
è gradevolmente rassicurante per distensive e riposanti gite nel suo
“smeraldino” tenero abbraccio
Potrei continuare in questo improvvisare fantasioso credo
però di essermi un po’ troppo lasciato prendere e divagato
in questa mia rappresentazione
Allora qui mi fermo ho paura di perdermi e non riuscire più
a mettere i “piedi a terra” anche se “vagheggiare” lascia
intravvedere mondi cose per cui vale la pena di lasciarsi
andare
Carlo Sani
lontani così "immagino" quando il mio pensare
travalica i confini e si fa straniero
Il cielo di questo “palcoscenico” fantasioso
il più delle volte mi soffoca non ha quella
distanza a respiro pieno a tutto “spazio”
che mi permette "d'immaginare"
un mondo “nuovo oltre le nuvole”
Il sole continuando in questo mio irreale viaggio
con la fantasia non è armonioso nella sua palla
incandescente è sempre troppo grande
e minacciosamente infuocato
La luna mi rapisce in un piacevole sognare più bella
intensa di quella smagrita nel suo vegliare da sempre
il mio sonno
Rischiara le mie notti in un soffice bagliore d’incanto
per andare a sua volta a dormire in un intenso profondo
infinito blu
Le acque dei mari fiumi laghi in questa mia improbabile
visione non hanno l’innocenza la purezza quella trasparenza
che invoglia a lasciarsi bagnare in appaganti benefiche
nuotate
Le montagne assai più massicce rocce macigni dalle sporgenze
aguzze a strapiombo nei dirupi più impervi e scoscesi
Catene montuose nel mio immaginario vedere senza
quello splendido fulgido panorama incantato
estasi per ammirati occhi
Il verde nella sua immensa e intensa diversità nel suo mutare sfumature
è gradevolmente rassicurante per distensive e riposanti gite nel suo
“smeraldino” tenero abbraccio
Potrei continuare in questo improvvisare fantasioso credo
però di essermi un po’ troppo lasciato prendere e divagato
in questa mia rappresentazione
Allora qui mi fermo ho paura di perdermi e non riuscire più
a mettere i “piedi a terra” anche se “vagheggiare” lascia
intravvedere mondi cose per cui vale la pena di lasciarsi
andare
Carlo Sani
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