mercoledì 30 marzo 2011

La sedia

Si poggia comodamente
al suo posto da li
non si scosta

Da sempre sopporta
la fatica altrui

Da sola o con altre
in composta solitudine

Con la tua muta presenza
hai
ascoltato il silenzio
di una stanza vuota

Non sei mai di ingombro
alcuno

Per quanto tu sia grande
occupi lo spazio di poche
mattonelle

Non c’è braccio che appoggiando
la mano non si sia sorretto
a te

Discreta accostata a un muro
comoda sotto un tavolo, hai
custodito le parole dei
discorsi più segreti

Tu la sera nell’intimità
della
mia stanza condividi
la stanchezza dei
miei abiti

Su di te si “spengono”
in
un incombente sonno
i miei occhiali

Carlo sani

2 commenti:

  1. Discreta, ma pur reale figurazione di testimonianza, nonché metafora, di dolenti sentimenti.

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  2. Esaustivi e piacevoli i tuoi
    indovinati commenti grazie
    carlitos

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