Si poggia comodamente
al suo posto da li
non si scosta
Da sempre sopporta
la fatica altrui
Da sola o con altre
in composta solitudine
Con la tua muta presenza
hai
ascoltato il silenzio
di una stanza vuota
Non sei mai di ingombro
alcuno
Per quanto tu sia grande
occupi lo spazio di poche
mattonelle
Non c’è braccio che appoggiando
la mano non si sia sorretto
a te
Discreta accostata a un muro
comoda sotto un tavolo, hai
custodito le parole dei
discorsi più segreti
Tu la sera nell’intimità
della
mia stanza condividi
la stanchezza dei
miei abiti
Su di te si “spengono”
in
un incombente sonno
i miei occhiali
Carlo sani
Discreta, ma pur reale figurazione di testimonianza, nonché metafora, di dolenti sentimenti.
RispondiEliminaEsaustivi e piacevoli i tuoi
RispondiEliminaindovinati commenti grazie
carlitos