domenica 3 aprile 2016

Finalmente in porto


Osservavo

la prua

perdersi

 Sempre più tra

le onde irrequiete

 
Di un mare prossimo

alla tempesta

 
Stavo seduto

nella poltrona

 
Del mio

amico

 
Una vita

per il mare

 
Era una plancia

confortevole

 
Di un sedici

metri

 
E da

li

 
Spruzzi permettendo

continuavo


Guardare l’impeto
sempre più deciso

di quei marosi 

 
Non

era la

prima

volta

 
Col mio amico

di sempre

 
Invitato

mi

trovavo

a solcare
 
 
Per giorni

solo tanto
 
mare

 
Ma quella volta

ed era la prima

 
Da quella poltrona

molto per paura

 
In parte anche

per lo spettacolo

 
Decisamente

superiore

 
Ad ogni plausibile

immaginazione

 
Del suo furioso

manifestarsi

 
Non

mi schiodavo

 
Troppo rapito

frastornato

 
Da

ciò continuava

         esibire

 

Il mare di quel

primo pomeriggio

 
Improvvisamente

la prua sembrava

 
Non riuscire risalire

quell’onda rabbiosa

 
Ho chiuso gli occhi

stringendo a tutta

forza

 
I braccioli di quella

incolpevole poltrona

 
Avvertendo

ciò mai

prima

 
Un insostenibile

mal di mare

 
Distraendomi

così dal terrore

 
Che si era impadronito

di me da un po’

 
Non mi sono più

accorto d'altro

 
Ho solo continuato

a sopportare

 
Un provvidenziale

mal di mare

 
Mi ha permesso

di resistere

 
A tutto

quell’accanimento

 
Arrivando

finalmente

in porto

 
        Carlo Sani

 

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