sabato 1 gennaio 2011

Il nonno

So di un nonno che con disinvoltura
da un po’ ha superato gli ottanta

Non lo conosco di persona ma è come lo
conoscessi perché il suo giovane nipote
mio amico ne parla con amore spesso
con commozione nella voce

Abita lontano dalla mia città in un’altra regione
la Puglia, terra per la quale la natura nel fare
del suo meglio non si è risparmiata

Di media altezza sottile nella sua tonica magrezza
occhi neri quasi come i suoi capelli come mi appare
da giovane nella fotografia mostratami

Maniche corte o in canottiera, carnagione olivastra
resa ancora più bruna per gli effetti del caldo sole
che durante l’anno e negli anni gli ha regalato una
perenne naturale “ tintarella”

Ha molto amato la compagna della sua vita
da quando non c’è più si è stretto forte
a quel legame che lo unisce
“inseparabilmente” alla sua
“adorata” campagna

Nato e vive tutt’ora in quel casolare che ha
eretto a guardiano e custode del suo sentirsi
“indissolubilmente contadino”

Vive “intimamente in solitudine” col piacere
di non avere intorno “intrusi” ma sentirsi
tutt’uno con quello che quelle quattro
mura gli ricordano

Una vita spesa tra filari d’uva, tra gli ulivi
continuando a fare come ieri con immutata
fervida “ lena e dedizione” ciò che gli
altri anche se molto più giovani non
fanno con lo stesso premuroso
amore

Arriva il crepuscolo
è ora di fare rientro
a casa

Con la fatica tra i calli delle mani la stanchezza
nelle gambe la "soddisfazione" nel cuore chiude
la porta del casolare finalmente è ora di riposare


Dimenticavo quel nonno si chiama Vito

Carlo Sani

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