martedì 14 maggio 2013

Come entrambi


Che sera intorno
a quel tavolo con
la pesantezza     
di un giorno
senza fine


E’ da quando tirato
su dal letto il mio
poltrire un solo
momento senza
detestarmi


Detesto l’essermi
perso dietro
a una come
Te


Insistendo a raccontarmi
favole


Detesto essermi ridotto
a un entra esci senza
soste


Ho continuato così facendo
fermandomi solo al calar
del sole


Di tavolo in tavolo
da
un posto all’atro
nessuno come
quest’ultimo


Di una decina
o più l’unico
libero isolato
dagli altri


Sedendomi ho avvertito
quanto sia la sedia
che il tavolino
erano
sgangherati


Mi ci sono trovato
subito bene perché
dopo
questo interminabile
portarmi in giro
mi sentivo come
entrambi

Carlo Sani

Nessun commento:

Posta un commento