lunedì 7 febbraio 2011

L’ultimo giaciglio

Una spianata di morbida erba

Le prime viole con le margherite di campo
sbocciano qua e là trapuntando di primavera
quel piccolo lembo erboso

Tutt’attorno i cespugli s’intrecciano tra
gli arbusti più intricati e impraticabili

Grossi alberi adombrano le “lamelle”
tese dei rami di quelli più piccoli

Il sole alto sovrasta con tutto il suo calore
il terreno fino al limitare della macchia

Macchia cupa e tetra dove solo qualche raggio
dal bagliore più lucente rischiara un intenso
sottobosco

Tutto è pronto schiene pervase da un inarrestabile
tremore di disperazione sono quelle di disperati
in attesa di esecuzione

Il nemico col dito sul grilletto
pronto a dare la morte

Solo un cenno per porre fine
a quelle povere vite

Adesso che è tutto finito giacciono distesi
quei corpi straziati dalle pallottole mortali

Mentre tutt’intorno la natura nel suo gioioso
manifestarsi mestamente ne è testimone
l’erba di quel soffice manto l’ultimo
giaciglio

Carlo Sani

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