Erano passati a prendermi a casa gli amici di sempre e insieme siamo andati
alla festa che tutti gli anni verso i primi di settembre il borgo dove io abito
ha la consuetudine di realizzare, come sempre anche quella sera c’è
stato con grande soddisfazione il pienone
Tanta la gente, persone non solo del quartiere molte provenienti da altre parti
della città, altre ancora da zone confinanti, molta l’allegria e la voglia di
divertirsi e di stare in buona compagnia
Pronto il palco con gli orchestrali, la pista per i ballerini tirata a lucido, si ascoltava
musica melodica e si ballava il liscio sino a notte inoltrata, io e i miei compagni
non essendo dei grandi ballerini ci bastava ascoltare e guardare
Dopo avere salutato un bel po’ di conoscenze, individuato il tavolo giusto
ci siamo messi comodi e tra una suonata, una ballata e una cantata
abbiamo iniziato a mangiare
Tutti gli anni lo stesso invariato menù, fritto misto e patatine, chi beve birra
e chi vino bianco piacevolmente freddo
Ma quella sera di tanti anni fa e parlo di quindici anni, per me è avvenuto
l’unico e fatale incontro peloso della mia vita
Non avevamo ancora finito di cenare quando in lontananza vedo venire
verso di me le mie due figlie, grande è stata la sorpresa nel vedere
che non erano sole, tra le mani la più giovane teneva
uno spaventato e morbidoso cagnolino
Era un meticcio di appena ventiquattro giorni, strappato da una morte
orrenda e ancora da finire di svezzare
Subito ho indugiato poi lo preso tra le mie mani e guardandolo negli occhi
ho sentito che sapeva di latte, così da quel momento anche se non
lo avevo cercato, il mio amato cane non lo più lasciato
Carlo Sani
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