Che sera
intorno
a quel
tavolo con
la pesantezza
di un giorno
senza fine
E’ da quando
tirato
su dal
letto il mio
poltrire un
solo
momento
senza
detestarmi
Detesto l’essermi
perso dietro
a una come
Te
Insistendo
a raccontarmi
favole
Detesto
essermi ridotto
a un entra esci
senza
soste
Ho
continuato così facendo
fermandomi solo
al calar
del sole
Di tavolo
in tavolo
da
un posto
all’atro
nessuno
come
quest’ultimo
Di una
decina
o più l’unico
libero isolato
dagli altri
Sedendomi
ho avvertito
quanto sia
la sedia
che il tavolino
erano
sgangherati
sgangherati
Mi ci sono
trovato
subito bene
perché
dopo
questo
interminabile
portarmi in
giro
mi sentivo come
entrambi
Carlo Sani
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