Nella nebbia che bagna
i baffi che sanno
di muschio
Le sopracciglia inzuppate
grondano sulle palpebre
intirizzendo le ciglia
Le ossa che sanno
di muffa
Seduto sulla fradicia panca
in una mano le redini
nell’altra la frusta
sto’ alla guida
D’un carretto sgangherato
sbilenco sulle due ruote
instabili
Trainato da un cavallo
riparato da una cappa
sgualcita rigida
dal freddo
Un selciato sdrucciolevole
di una strada fuori
mano
Coi muri di cinta
delle case che
sembrano
lenzuola
congelate
Mi allontano in quel
bianco di nebbia
impenetrabile
Che rende tutto
di un chiaro
indefinito
Solo il rumore del calpestio
degli zoccoli sul lastricato
avverte della presenza
di un qualcosa
che non
si vede
Carlo Sani
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